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come creare un reportage video

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Definizione di reportage video


Al fine di fare ordine, partiamo dall’inizio, ossia dall’identificare con esattezza la definizione di reportage video e la sua derivazione. Il termine reportage infatti, deriva dall’ambito giornalistico ed era molto simile alle pagine di un diario o alle memorie di viaggio. Dalla prima metà del XX secolo in poi, il reportage si è evoluto assumendo le connotazioni di quel che oggi definiamo inchiesta. Dalla penna poi si è passato parallelamente alla macchina fotografica e quindi al reportage fotografico. La fotografia di reportage, nasce infatti dal bisogno e dall’urgenza di documentare e raccontare una storia attraverso le immagini. Questo tipo di racconto, si sviluppa in ambito giornalistico per documentare la vita delle persone in situazioni difficili.

Uno degli esempi di reportage fotografico che più mi ha stimolato negli anni ad esempio, è quello ad opera di Tino Petrelli sulle condizioni di Africo, comune all’interno dell’Aspromonte ed oggi ghost town.

Il reportage video, che è l’evoluzione della forma cartacea e fotografica, ha gli stessi fini degli altri tipi di linguaggio e fa parte del linguaggio documentaristico. Oggi, il reportage video, in particolare la forma breve, ben si sposa con le logiche di web marketing e con il mondo 2.0 ed ha l’obiettivo di raccontare una storia, un evento in particolare o una data situazione. In sostanza è un modo per raccontare ed entrare all’interno di un argomento di attualità ma anche per riscoprire un avvenimento del passato per ricostruire eventuali evoluzioni che ha causato.

Perchè utilizzare il reportage come strumento per raccontare una storia


L’obiettivo del reportage video, è quello di far luce su un argomento e dare una o più risposte utili per capire determinati fenomeni. Nella maggior parte dei casi è un giornalista, in prima o terza persona, che guida lo spettatore all’interno di una vicenda. Ad oggi il reportage, è in assoluto la tipologia di documentario più diffusa che si possa conoscere. Sopravvivendo ai tempi, si è naturalmente evoluta accostandosi alle logiche dei social media e del web marketing. E’ diventato più snello, più partecipativo e simile per certi aspetti ai prodotti di finzione. Inoltre è uno dei prodotti più richiesti da parte di associazioni e organizzazioni che si occupano di festival, eventi ed in generale di portare alla luce le storie che loro stessi promuovono.

Uno dei reportage che più ha influito sulla mia formazione è quello ad opera di Vittorio De Seta, dal titolo
I Dimenticati. Un’opera documentaristica del 1959, che in maniera silenziosa e oggettiva, osserva le condizioni di una piccola comunità ai confini fra Lucania e Calabria.

Come si crea un reportage video in pochi passi

Per creare un reportage video, innanzitutto serve una storia da raccontare, con un contesto ben preciso e con uno scopo. Uno degli scopi trainanti, è sicuramente mettere alla luce quella storia e donargli un senso, raccogliere delle testimonianze e documentare in immagini quello che succede.
Andiamo con ordine però. Innanzitutto, in una fase al di fuori di quella di ripresa, bisogna studiare in modo certosino l’argomento ed esaminare i luoghi precisi che hanno a che fare con i fatti. Solitamente, si può pensare di registrare anche una voce narrante (voice-over), da inserire in fase di montaggio.
Personalmente, è un modo di sviluppare il reportage video, che vedo parecchio lontano dal mio stile e più vicino ad uno stile televisivo piuttosto tradizionale. Nella costruzione dei miei reportage video, preferisco far parlare i personaggi in modo diretto e qualora fossero centrali, i suoni.

All’interno de L’Ultima Colonna, reportage video prodotto per Rete Cinema Calabria, indago attraverso quattro personaggi completamente diversi fra di loro, il potere e la bellezza di uno dei siti archeologici più importanti della Calabria. Ogni personaggio, che rappresenta una fase del racconto, è anticipata da una sorta di cartolina che presenta in qualche modo la loro personalità. E’ uno stile semplice e senza fronzoli, caratterizzato dal dare la massima importanza al potere evocativo delle immagini e alla conoscenza delle persone coinvolte.

Oltre alle riprese dei luoghi, sono molto importanti le testimonianze dirette all’interno del reportage.
Reputo fondamentali, registrare delle interviste e cercare di portare a casa più materiale possibile che sia interessante per lo sviluppo della storia. E’ buona prassi naturalmente, crearsi un canovaccio da far seguire al protagonista della nostra intervista e una serie di domande. L’abilità sta anche nel correggere il tiro in tempo reale ed essere coscienti di quello che vogliamo sentirci dire.

Avvicinandomi allo stile di finzione, curo in maniera certosina anche l’ambientazione dell’intervista, dove possibile. Alcune volte, si potranno registrare delle testimonianze in presa diretta, dove non sarà possibile farlo. Anche questo fa parte ed è elemento aggiunto del reportage video.

Cosa utilizzo nelle fasi di riprese


E’ importante avere tutto l’indispensabile nel proprio zaino fotografico e sapere cosa ci potrà servire.
Per capirlo al meglio però, bisogna anche sapere i luoghi dove si gireranno e capire l’ambientazione della nostra storia. Se sarà una storia itinerante dove dobbiamo adattarci a seconda della situazione, è preferibile avere con sè dell’attrezzatura più smart, come ad esempio uno spallaccio o uno stabilizzatore digitale.
Se saranno situazioni più statiche e con un margine di tempo per della preparazione, potremmo utilizzare
anche un treppiedi e decidere di utilizzare dei pannelli led per curare anche l’aspetto della fotografia.

Generalmente preferisco girare quasi tutto con un solo obiettivo, che al momento è un 55mm 1.8 della Zeiss con cui ho raggiunto un ottimo compromesso. Talvolta però, tranne che per le interviste, preferisco usare un’immagine più larga (come quella derivante da un 24mm 2.8 Samyang) o un’immagine dove posso decidere al meglio la mia focale (come un 70-200mm Sony Serie G F.4).

In ultimo ma non per importanza, c’è da considerare che uno degli aspetti più importanti per il reportage video è l’audio. In situazioni street, preferisco affidare il suono ad un microfono come un Rode Videomic Rycote, anche se preferisco usare un kit wireless dotato di lavalier. Altre volte invece, in particolar modo per registrare suoni, utilizzo anche un registratore audio come quelli prodotti dalla Zoom.

Conclusioni

Definendo il reportage video, come un racconto documentaristico in cui si racconta una storia, possiamo dedurre che ad oggi, è uno degli strumenti più utilizzati per chi vuole raccontare una storia. Eventi di promozione culturale o artistica, festival, turismo ed organizzazioni che tutelano il patrimonio naturalistico, tradizionale e quello delle radici, sono fra le entità che più richiedono questo linguaggio.

E’ importante capire di cosa stiamo parlando e documentarci al meglio. Sarà poi fondamentale capire anche la durata in cui esaurire l’argomento, il fine e in particolar modo lo stile.
Raccogliere immagini identificative, portare a casa testimonianze preparate o rubate, saranno poi elementi fondamentali che svilupperemo nel nostro montaggio.

Ogni storia, può essere raccontata in una moltitudine di modi. L’importante è scegliere quello più giusto ed emozionare.

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