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Come ti racconto la Transumanza in un video

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Quando Antonio delle Officine delle Idee, mi ha proposito di seguire una transumanza organizzata dai ragazzi dell’associazione Villaggio Fratta con dietro il Gal di Crotone, ho detto subito si. Senza nemmeno pensarci.
Un’occasione ai miei occhi irripetibile, autentica, di un valore antropologico elevato.
Una tradizione riconosciuta come patrimonio UNESCO che racconta del legame indissolubile fra l’uomo e l’animale con il collante del territorio. Passata l’emozione del momento ed acquisiti alcuni dati, ho iniziato a pensare su come costruire quello che poi sarebbe diventato “Transumanza – Quando la tradizione continua ad ardere”.

Prima di spiegartelo però, è il momento di cliccare play.

Transumanza Quando la tradizione continua ad ardere
Riprese & Montaggio Francesco Cristiano
Prodotto daOfficine delle Idee
Per Gal Kroton
“Un documentario che racconta la transumanza che ogni anno viene effettuata nel territorio crotonese e che affonda le radici in una storia che si perde nei secoli. In maniera cronologica, Transumanza fà vivere il percorso che viene effettuata dai ‘mandriani’ e racconta in modo spontaneo quello che per l’uomo è il rapporto con l’animale. La notte che diventa giorno, il panorama che cambia ed il suono dei campanacci, sono le costanti di questo viaggio, iniziato che era ancora notte e finito con il sole già alto.”

Come ho girato questo video?

4 k e s-log 3. Zaino in spalla. Ronin in mano. Obiettivo 55 mm sempre montato. Kit Rode per l’audio montato sui supporti della cage. Senza fronzoli. Nel linguaggio di finzione, è la macchina che detto il tempo. Nel linguaggio documentaristico, la scena è reale ed avanza senza aspettare nessuno.

Siamo partiti che ancora era notte profonda. Le prime mandrie già erano in marcia. Quella che dovevo seguire io, ancora no. Ci si trova, si parla, si iniziano a contare la mandria. Si parte verso destinazione.
Nel racconto che avevo in mente, tutto è spontaneo. Anche alcuni dei contenuti video che ho registrato,
sono totalmente in presa diretta. Altri, per cui avevo immaginato un senso più ampio, sono più pensate,
ma sempre figlie di quello spirito.
L’arrivo è quasi una liberazione. Per la fatica degli uomini e per la mandria. Ora siamo liberi.

Come ho trasformato la mia idea?

Una volta tornato a casa, ho iniziato a ragionare su come montarlo. Volevo restituire un racconto autentico ma non troppo banale. Ma allo stesso tempo volevo qualcosa di semplice, che tutte le persone potessero capire e sentire proprio. Ho iniziato dalla fine per poi ripartire dall’inizio e seguire così il reale andamento logico. Ogni ‘passaggio’, è inframezzato da una scritta e dal solo suono dell’orologio. Senza musica.
Solo la sinfonia dei campanacci.

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